La paura di ingrassare in quarantena (parte 1)

Da quando è iniziata la quarantena il mantra generale è che alla fine di questo periodo avremo tutti bisogno di una dieta perché saremo inevitabilmente ingrassati.
Da dietista dovrei essere felice: una vagonata di lavoro in più tra poche settimane. E invece questo continuo rimarcare la preoccupazione di mettere su peso come se fosse la roba più terrificante che possa accaderci mi sta facendo davvero incazzare.
Per prima cosa, la trovo come una sorta di distrazione da ben altri tipi di danni che questa pandemia potrebbe causare a svariati livelli (psicologico, familiare, sociale, ecc.).
In secondo luogo, mi fa comprendere quanto il nostro tempo sia impregnato di grassofobia, fattalk e dietculture
E per terza cosa, sono più che convinta che questa stessa preoccupazione alimenti una serie di circoli viziosi che ci porteranno più prepotentemente dritti lì, al tanto temuto grasso in più.

 

Perché la paura di ingrassare ti sabota

Ogni volta che nella tua mente si accenderà la spia della preoccupazione verso le forme del tuo corpo, inevitabilmente ti farai guidare da essa nelle tue scelte alimentari, smettendo di seguire cosa invece vorrebbe/servirebbe davvero al tuo corpo. Così facendo alimenterai un circolo vizioso, fatto di tabù alimentari alternati a momenti in cui vorrai liberarti di questi stessi tabù ma senza trovare un vero equilibrio, perché nella tua mente o "mangi sano" o "sgarri", non ci sono alternative. L'estremo controllo porta a periodica perdita di controllo. E viceversa. In questo vai e vieni di alimentazione più abbondante e restrizioni dietetiche si ottiene solo tanta frustrazione verso il proprio modo di mangiare e alla lunga si tenderà a prendere peso. È altrettanto importante non condurre continuamente fat talk, cioè discorsi centrati sul peso, sul grasso corporeo e sulle diete, perché questi discorsi incentivano la paura di ingrassare e di conseguenza alimentano tutto il circolo vizioso.

Parliamo di nutrizione

Molto meglio invece applicare una mentalità di nutrimento del corpo, approfittando del tempo maggiore a disposizione per prenderti cura di te attraverso il cibo, per rallentare la velocità con cui mangi, per focalizzarti su tutte le sensazioni che il buon cibo ti dà (comprese quelle spiacevoli di quando mangi/bevi troppo). Se ti focalizzi sul corpo sarai in grado di mangiare qualsiasi tipo di alimento in piena consapevolezza e fermarti prima di percepire gli aspetti negativi di un’eventuale eccessiva quantità. "Mangiare è una parte essenziale della cura di sé; qualcosa di non negoziabile che ci aiuta a stare bene, a supportare la salute e a recuperare se ci ammaliamo" scrive la Dott.ssa Lara Ferrari, psicologa e psicoterapeuta di Parma nel suo post su Instagram. Ed è vero, è esattamente così. 
 

Perché pensare alla "dieta riparatrice" a fine quarantena ti sabota

Più penserai a una dieta post-quarantena, più in questi giorni sarai portato/a a mangiare in modo confuso "da ultima cena" prima del digiuno e senza un vero ascolto del tuo corpo. 
Crederai che adesso puoi "sgarrare" (detesto questo termine!) tanto poi andrai dal nutrizionista che ti farà dimagrire.
Il pensiero del "dopo riparatore" in realtà ti incentiva a mangiare in modo poco consapevole adesso
Hai capito il tranello? 
Se ragioni in termini di "dieta" sarà sempre così: ti sentirai sballottolato/a tra un periodo di baraonda alimentare e un periodo di faticose restrizioni.
E la fregatura è che di fatto ti sentirai pure in colpa a mangiare in modo più spontaneo o semplicemente a mangiare il cibo che ti piace, quindi nemmeno te lo gusterai pienamente. 
Ti sentirai in difetto tutte le volte in cui non riuscirai a stare dentro delle "regole alimentari", come può capitare proprio adesso durante questa quarantena per mille valide ragioni.

È o no quello che stai sperimentando in questi giorni? Pensaci e se senti il bisogno di un aiuto io ci sono.

 

[Continua nel prossimo post]