Mindful Eating

Nel mio ultimo post ti ho introdotto uno dei metodi non prescrittivi che è l’intuitive eating, qui invece ti parlerò di mindful eating, una tecnica con aspetti simili ma ben distinta dalla precedente.

CHE COS’È LA MINDFUL EATING

La mindful eating è una modalità di alimentazione (anche qui attenzione: non è una nuova dieta tantomeno un nuovo modo per dimagrire!) che richiede la completa presenza nel “qui ed ora” al momento di ogni pasto, in maniera gentile e non giudicante. Lo scopo è quello di imparare a mangiare con grande attenzione ed intenzione, per aumentare la soddisfazione e aiutare i segnali interni di fame/sazietà ad essere percepiti meglio. La tecnica si basa su una valutazione ed esperienza del cibo attraverso tutti i sensi, più le sensazioni corporee ed emotive da esso suscitate. Come per l’alimentazione intuitiva, anche con la mindful eating si dà precedenza al corpo (la saggezza interna) sulla mente razionale (la saggezza esterna), ma mentre nel primo caso l’ascolto si applica tramite l’intuito, con questo secondo metodo si ottiene attraverso la meditazione e la presenza con le percezioni stimolate dal cibo. Uno dei requisiti della pratica è assumere un atteggiamento nuovo verso il proprio corpo, pieno di rispetto e gentilezza.

APPLICAZIONI DELLA MINDFUL EATING

Senza dubbio è un metodo molto utile per chi tende a mangiare in maniera meccanica, sotto stress, velocemente e senza davvero soffermarsi sull’esperienza col cibo. Inoltre molte persone che hanno fatto ripetutamente diete durante la loro vita, sono poco presenti mentre mangiano e tendono ad evitare di ascoltare i segnali corporei, di fatto rifuggono l’esperienza presente, sia perché con la dieta si impongono di mangiare cibi non realmente graditi sia perché vivono l’ascolto della fame come qualcosa di pericoloso, da rinnegare o da sopportare se davvero si vuole ottenere i propri obiettivi.

Come l’intuitive eating, nemmeno per la mindful eating il dimagrimento è l’obiettivo.

MINDFUL EATING PER TUTTI?

Numerosi studi evidenziano i benefici per chi passa da un’alimentazione meno consapevole alla mindful eating. Ma anche per questo approccio è bene innanzitutto farsi seguire da trainer qualificati (esistono specifici corsi per poter insegnare la pratica, in tempi dove tutti si improvvisano, affidati solo a personale competente) e quindi valutare se si è soggetti candidabili o meno a tale metodo. Infatti, esistono alcune condizioni (disturbi del comportamento alimentare, soprattutto quelli di tipo restrittivo/evitante) in cui la mindful eating va personalizzata e introdotta in specifici momenti del processo di guarigione e non come unico metodo da applicare in maniera standardizzata. Ecco perché è così importante non improvvisarsi leggendo un libro o dei blog ma invece affidarsi sempre a mani esperte.

L’INSEGNAMENTO DELLA MINDFUL EATING

Come ho già scritto anche per l’intuitive eating, la mindful eating ha molto da insegnare.
Per esempio col suo “stare con quello che c'è, senza giudizio”, in controtendenza con la corsa continua del nostro vivere oggi, sempre sospinti da obiettivi spesso irrealistici, sempre mentalmente sovraccarichi e sempre più distanti dall’ascolto delle sensazioni corporee, quasi queste (insieme al corpo!) fossero un ingombro fastidioso da non considerare.

Come esseri potentemente razionali, con tanta scienza a portata di mano, siamo convinti che le nozioni nutrizionali potranno migliorare la nostra condizione di vita, quando in realtà tutto questo ragionare, se non collegato al mondo puramente fisico e corporeo della nostra persona, potrebbe paradossalmente allontanarci dal benessere.

Mente e corpo possono dunque sembrare due mondi separati e in conflitto tra loro: e lo sarebbero, se non fossimo capaci di recuperare l’interezza dell’essere umano e l’equilibrio tra le due sfere, quella mentale e quella corporea.

Dunque la sfida di oggi non è scegliere da che parte schierarsi, se da quella che predilige la mente razionale o quella che fa il tifo per il corpo istintivo. La sfida del nostro tempo è saperci riequilibrare in un unicum mente-corpo, dove sia l’una sia l’altro abbiano la propria dignità e utilità nel contribuire al benessere della persona nel suo complesso.