The sound of food

E se la percezione gustativa di quello che mangiamo potesse variare in base al sottofondo musicale?
Non è fantascienza, ma tutta questione di sinestesia.
Questa strana parola trae origine dal greco e la sua traduzione letterale è “percepire insieme”. Essa infatti indica un’esperienza sensoriale (per esempio vedere, ascoltare, toccare, gustare, ecc.) che coniuga sensi differenti, ossia che evoca contemporaneamente delle sensazioni in un’altra modalità sensoriale.
Detta così non chiarisce poi molto, ma avete presente il rumore delle unghie sulla lavagna?

Ecco, solo il ricordo di quel rumore vi produce immediatamente una sensazione tattile, molto fastidiosa e seguita da un potente brivido lungo la schiena. Tali “richiami” tra i vari sensi avvengono a più livelli e sembrerebbe che una percezione possa in tal modo essere modulata da un’altra.
Come mai accade questo? Tutte le sensazioni altro non sono che eventi fisici trasdotti al cervello tramite dei codici elettrici, che vengono poi interpretati in specifiche aree. Grazie a sistemi di neuroimaging  è stato possibile studiare il cervello durante un’esperienza sensoriale ed individuare le zone coinvolte. Così facendo, si è scoperto che le zone deputate all’udito sono collegate alle regioni somatosensoriali e che per questo motivo un suono può evocare una sensazione corporea.

Ma c’è di più! Sembrerebbe che un suono o, meglio ancora, della musica possano modulare una sensazione, alterandola e influenzandola. Nello specifico, è stato studiato come sottofondi musicali diversi o rumori ambientali siano in grado di modificare la piacevolezza di determinati alimenti e che l’influenza del genere musicale (es. jazz o rock o soul) varii in funzione del tipo di cibo consumato e addirittura del numero di esecutori del brano stesso.
In pratica, l'ambiente, con i suoi rumori e la sua musica, può modulare la percezione gustativa e di conseguenza influenzare il comportamento alimentare.
Sembrerebbe inoltre confermata da diversi studi la correlazione tra suoni acuti e sapori agrodolci, mentre il gusto umami e l'amaro si abbinerebbero a note più basse

Non esiste dunque solo un giusto abbinamento cibo-vino (che esalta il gusto di entrambi), ma anche un vero e proprio abbinamento musica-cibo, in grado di migliorare la percezione gustativa dei piatti consumati durante l’ascolto di un determinato tipo di musica.

Stupenda l’intervista fatta recentemente in radio allo chef Antonino Cannavacciuolo, a cui è stato chiesto di abbinare dei cibi a suoni e generi musicali. Il noto chef, con estrema naturalezza e precisione, ha correlato il suono di una batteria col peperoncino calabrese, quello di un pianoforte al branzino e il suono di una tromba alla trippa.
All’ascolto di un brano di liscio ha abbinato della polenta col gorgonzola, mentre con un brano di musica classica ha associato degli spaghetti pomodoro e basilico, con una lieve spolverata di parmigiano. Sulle note del rock and roll invece è stata la volta delle costine di maiale laccate al miele e paprica, mentre per un brano di film western la scelta è caduta insindacabilmente sulla zuppa di fagioli e cotiche. Ma per apprezzare davvero questi geniali abbinamenti vi consiglio di ascoltare la piacevole intervista qui. 

Davvero affascinante lo studio del cervello umano, non c'è che dire.
E magari un giorno, sedendoci al ristorante, nel menu potremo scegliere non solo cosa mangiare ma anche quale brano musicale abbinarci, e arriverà un cameriere che, porgendoci delle cuffiette, ci augurerà buon appetito.

L'immagine di questo post è di jlaytarts2090