Vera pizza..brianzola!

Tempo fa mi sono imbattuta nella classifica del Gambero Rosso sulle migliori pizzerie d'Italia, speranzosa di trovare qualche indirizzo da utilizzare per le ferie estive, previste sugli splendidi lidi del sud. 
E con mio sgomento scopro che il vincitore del secondo posto è una pizzeria napoletana sita non ai piedi del Vesuvio, bensì in Brianza (al primo posto c'è un locale di Legnano, sempre nei dintorni di Milano). Ebbene si, e il suo nome è "Enosteria Lipen" e si trova esattamente a Canonica Lambro, vicino Triuggio (MB).
Incredula, sono andata a consultare il menu, disponibile sul loro simpatico sito (ecco, se siete al lavoro magari spegnete l'audio) e dopo una prima rapida lettura ho deciso, senza ombra di dubbio alcuna, che meritava una visita.
Il locale è carino, visto dall'esterno si ha la sensazione di essere arrivati in una casa privata più che in un ristorante, con diversi tavoli disponibili su due accoglienti terrazze, oltre a un'ampia sala interna.
Al nostro arrivo (in queste spedizioni culinarie mi avvalgo sempre di un ristretto e valido gruppo di intenditori, con cui confrontarmi) ci hanno subito fatti accomodare e menomale che avevamo prenotato, da bravi milanesi, perché il locare era quasi completamente pieno. Motivo per il quale, probabilmente, il servizio per il resto della serata è stato ahimè un pò lentino...ma l'attesa è stata più che ripagata dalla qualità della pizza!
Io, da brava dietista, ho preso la Cocoricò: crescenza, nduja, cipolla di tropea, mozzarella, olio extravergine e piennoli conservati. Si avete letto bene, sulla mia pizza c'era la nduja (per i più inesperti, trattasi di un salume di maiale morbido, di origine calabrese, piccante) e ci stava che una bellezza.
Quello che più mi ha colpito di questa pizza, indubbiamente dagli ingredienti forti, è stato l'equilibrio dei sapori, perfettamente armonizzati tra loro. La crescenza disposta "a chiazze", la nduja della giusta piccantezza, la cipolla appena una spolverata e i piennoli dolcissimi...una poesia!!
L'impasto pure ha incontrato la mia approvazione e quella dei miei commensali. Morbido, croccante, non annacquato dall'umidità degli ingredienti di farcitura, cotta al punto giusto (spesso nelle pizzerie napoletane ti rifilano quelle indigeribili masse di pasta semicotta. O viceversa la soletta di scarpa bruciata).
Un vero successo, approvato anche dal sonno notturno. Infatti, tipico postumo della serata in pizzeria è trascorrere una nottata col cinghiale sullo stomaco e la bottiglia d'acqua a fianco. E per il tipo di pizza che avevo scelto mi aspettavo una sintomatologia simile...e invece no! Dormito benissimo, digerito perfettamente e nessuna sete molesta né notturna né al risveglio, segno evidente di una certa competenza nella scelta delle materie prime, nella lievitazione, maturazione e cottura dell'impasto della pizza. 
Ora: a mio avviso le classifiche blasonate lasciano sempre un pò a desiderare, e sono convinta esistano locali di gran livello in tutta Italia, senza per forza dover apparire ai primi posti di un podio. Tuttavia la mia esperienza è stata molto positiva, e se vivete in zona una prova la merita senz'altro, senza nulla togliere alla splendide pizzerie del sud.
Consigliatissimo, soprattutto per chi desidera andare a mangiare LA pizza, e non una pizza.

PS: la foto del post non è stata scattata in questa pizzeria. Lo è la seconda foto dell'articolo, troppo piccola e sgranata per essere utilizzata in primo piano.

La foto di questo post è di Dennis Wilkinson